SANTUARIO DEI SANTI MARTIRI PELLEGRINO E ALBERICO CRESCITELLI


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Federico Villani

PERSONAGGI ALTAVILLESI

Federico Villani
Federico Villani nacque ad Altavilla Irpina il 5 gennaio 1813 da Stefano e da Orlando Maria Giuseppa. Era il secondo di due fratelli. L'altro, Michele, nato nel 1809 morì ad Avellino nel 1852. Mentre, Federico, si spense a Napoli il 4 agosto del 1889. Entrambi i fratelli emigrarono con la famiglia in San Severo di Puglia. Qui uno zio, il sacerdote don Francesco, lavorava come economo; oltre ad essere un attivista politico ed iscritto alla setta dei carbonari. Che condizionò i nipoti per le sue idee rivoluzionarie. A tal punto che Federico, in seguito ai moti del 1820, fu obbligato ad esulare da S. Severo per Rignano Garganico. Dopo diversi anni i due fratelli ritornarono ad Altavilla per poi stabilirsi ad Avellino. Prima Michele e poi Federico, insegnarono nella città capoluogo. Federico, ebbe la cattedra al collegio "Colletta", a partire dal 23 febbraio 1839; rimanendovi fino al 1850, quando fu rimosso "per causa politica". In un attestato notarile il sindaco De Feo, il 22 maggio 1867 certificava che "il prof. Federico Villani fu professore in questo Liceo di Avellino dal 1839 al 1850, nel quale anno venne dimesso per vicende politiche, ed in specie per non aver voluto firmare la petizione per l'abolizione dello Statuto del 1848, richiesta con molta istanza dal Governo di quell'epoca. Dichiara inoltre che nel disimpegno delle sue funzioni dimostrò tant'alacrità ed attitudine da meritare le lodi del pubblico, e di parecchi Consigli Provinciali del luogo, i quali valutarono moltissimo i metodi razionali ch'esso introdusse in quello Stabilimento, e ch'espose in una prolusione pubblicata per le stampe nel 1844". Una dichiarazione che gli servì a poco; tant'è che ne ritroviamo un'altra fatta compilare a Napoli il 27 gennaio 1877 dove il vicesindaco della città partenopea, Brescia Morra, garantiva che"il signor Federico Villani del fu Stefano domiciliato in via Chiaia 116, dal milleottocentocinquanta epoca in cui da Avellino fu mandato a domicilio coatto in Napoli, per causa politica, ha sempre esercitato la professione d'insegnate privato in detta città". Il confino a Napoli gli comportava ogni mattina l'obbligo di firma presso la polizia fino al 24 giugno 1860; per alcuni mesi fu anche incarcerato. Ma la persecuzione politica non domò l'intellettuale. Visse di stenti e di privazioni continuando ad insegnare in privato svariate materie tra cui Storia Antica e Geografia. Si faceva pubblicità con dei manifestini fatti stampare in tipografia, e davvero molto originali. Uno di questi propaganda il corso di Storia Antica: " il professore Federico Villani, a cui una fortunata combinazione mostrò una novella via di leggere l'Antichità, come da due Saggi di già pubblicati, apre un Corso di Storia Antica secondo tal nuovo principio, da cui discenderà come corollario la prova della falsità di molte credute tradizioni, sulle quali il vaneggiamento umano edificò tanti giganteschi castelli in aria. L'orario delle lezioni è alle 24 ore italiane dei giorni di martedì, giovedì e sabato. L'onorario è di dieci lire mensili da pagarsi sempre anticipatamente. Lo studio è strada di Chiaia N. 116. Le lezioni cominceranno il dì 12 novembre". Possedeva ben poco per sostenersi e ad aiutarlo economicamente, ci pensò poi la figlia adottiva Concettina. Finché il 4 novembre del 1880, una lettera del Ministro irpino Francesco De Sanctis, gli offriva la cattedra di Storia e Geografia al liceo di Monteleone e in seguito a quello di Catanzaro. Nel 1882 il Governo Italiano lo nominò professore di Storia e Geografia destinandolo a Lucera (Foggia) nel liceo Broggia. Ma la salute alla sua età, era già compromessa. Una paralisi agli arti inferiori lo fece ritornare a Napoli. Per cui venne destinato al liceo Umberto I. Aveva espletato l'insegnamento dal 1839. E per quarantatré anni in diversi istituti tra cui: Martinelli, Riccio, Pagano, Doulet, Hengeller, Liebter, Caprioli, Vaccaro, Batoli, Cordella, Naintrè, Nahmias, Aguilar.
OPERE ED ARTICOLI GIORNALISTICI PUBBLICATI
1) "Discorso sull'insegnamento elementare…….", edito nel 1844 ad Avellino;
2) "Discorso delle ragioni del primato delle Lettere Greche e Latine sulle moderne…..",edito nel 1845 ad Avellino;
3) "Discorso delle ragioni del poco e niun profitto nelle scuole…..",edito a Napoli nel 1858 col titolo " Poche idee sull'insegnamento";
4) "L'Incitazione", poemetto in terza rima ed in sei canti, edito ad Avellino nel 1848;
5) "Il Liberatore", poemetto in verso sciolto ed in tre canti dedicato a Garibaldi, edito nel 1860;
6) "Canti politici ed altri argomenti", edito a Napoli nel 1862;
7) "Due saggi di ricerche sull'Antichità secondo un nuovo principio", editi nel 1862-63;
8) "Una lettera sul Veltro di Dante", pubblicata in appendice al "Popolo d'Italia" il 18 maggio 1867;
9) "Una Elegia in morte di Sofia Stevens", edita nel 1876;
10)"Delle ragioni perché i Governi despoti durano a lungo ed i Governi liberi poco", opuscolo pubblicato in due numeri sul "Giornale d'Italia Meridionale" del 18 e 19 ottobre 1876;
11)"La Demoralizzazione", articolo pubblicato sul giornale "L'Avvisatore" il 28 settembre 1877;
12)"Le Arpie", articolo pubblicato sulla "Gazzetta di Napoli" del 22 maggio 1879;
13) "Proemio allo studio dell'Antichità", pubblicato sulla "Gazzetta di Napoli" del 29 maggio 1879;
14)"L'Ispirazione", canto dedicato a Giuseppina Simeoni, edito a Napoli il 7 settembre 1880;
15) "Due parole a volo di uccello sulla necessità degli studi geografici", pubblicato nel 1881;
16) "Canto funerario in morte di Garibaldi", pubblicato nel 1882;
17) "La Cremazione", pubblicato sulla "Gazzetta di Napoli" il 19 settembre 1882.

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