SANTUARIO DEI SANTI MARTIRI PELLEGRINO E ALBERICO CRESCITELLI


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ALTAVILLA IRPINA

Ridente cittadina in provincia di Avellino, nel cuore della verde Irpinia, a mt. 340 s.l.m., è ubicata nella media valle del Sabato, in una favorevole posizione geografica, baricentrica rispetto ai capoluoghi di Avellino e Benevento, dai quali dista solo circa 17 km.
Visto da nord-ovest, l'abitato si impone sulla valle del Sabato con una caratteristica conformazione morfologica, riportata anche nello stemma rappresentativo del paese.
Il nucleo più antico è, difatti, distribuito su tre colli: Torone, Ripe e Foresta che si protendono con ripide pendenze sul fondovalle del fiume Sabato.
A sud, invece, la prevalenza di depositi limosi e argillosi consente un raccordo graduale, lievemente inclinato verso Monte Toro (m.566), quota topografica più elevata del comprensorio comunale.
Il punto topografico più depresso è posto a quota 205 m. s. l m., in località Ponte dei Santi, in prossimità della locale stazione ferroviaria.
Qui scorre il fiume Sabato, le cui sponde segnano il confine con le campagne di Tufo, Chianche e Chianchetelle, mentre all'interno scorre il torrente Vellola, formato a sua volta da altri due torrentelli minori, San Martino o Druidi, San Giulio o Tronti.
Il clima non è molto rigido d'inverno ed è piuttosto fresco d'estate; i colli che circondano il paese lo riparano quasi completamente dai venti, tranne che nella parte occidentale, dove arriva il vento di ponente dalla Valle Caudina.
Spesso è presente la nebbia e, quindi, una certa umidità. Nel territorio altavillese vi sono diverse sorgenti di acqua potabile; qualche sorgente di acqua sulfurea è ricordata dagli anziani.
Appartiene alla Diocesi di Benevento, è sede di una stazione di Carabinieri dipendente dalla tenenza di Mirabella Eclano, ha due sportelli bancari (Banca della Campania e Banco di Napoli), un ufficio postale, rientra nella giurisdizione del tribunale di Avellino, appartiene al distretto scolastico di Cervinara e all'Asl di Avellino.
La stazione ferroviaria dista 4 km dal centro abitato.
La statale 88, che collega Avellino con Benevento, dista 1km. dal centro.
Servizi di autopullmann collegano il paese con i capoluoghi Avellino e Benevento. Di recente è stato istituito un collegamento giornaliero con Roma.
Dalle scoperte archeologiche e dalla relativa documentazione è possibile affermare che il territorio altavillese fu abitato dal IV secolo a.C. al VI d.C. con una possibile e interrotta frequentazione continuatasi fino ai giorni nostri.
Tracce di strutture insediative da cui provengono gran parte dei materiali recuperati ed esposti nel Museo Civico, sono state individuate in località Monte Toro, Chianche, Belvedere, Pincera, Spilacita, Bagnara, Campo dei Santi e Ortolano.
Certamente anche ai dominatori Romani doveva essere ben nota l'importanza strategica del territorio di Altavilla proprio perché, situata sulla strada che da Abellinum (odierna Atripalda) portava a Beneventum (odierna Benevento), costituiva una validissima difesa naturale a
guardia delle valli circostanti. Di questo furono ben consapevoli più tardi i Longobardi, a cui si deve il carattere urbanistico castrense del primo nucleo abitato del paese.
Il centro è menzionato per la prima volta col nome di Altacauda in alcuni passi delle cronache della prima metà del XII secolo, registrate da Falcone Beneventano e Alessandro Telesino e dal noto Catalogus Baronum. Una pergamena dell'Archivio di Montevergine del 1200 già riporta il toponimo di Altavilla.
Nel marzo del 1134 l'abitato fu distrutto dal normanno Ruggero II, quando signore di Altacauda era Raone de Fraineta, subfeudatario del conte Rainulfo I di Avellino e suo alleato.
Più tardi lo stesso Ruggero II ordinò agli abitanti del luogo l'edificazione di un nuovo circuito murario e di altre strutture difensive.
Dal 1180 al 1238 il feudo fu in possesso di Riccardo, Rao ed Emma de Fraineta.
Nel 1232, infatti, i tre fratelli sono ancora menzionati in un diploma dell'imperatore Federico II conservato presso l'Archivio di Montevergine.
Verso la fine dello stesso secolo il paese fu donato da Roberto D'Angiò a Bartolomeo De Capua e fino al 1792, quando passò al demanio regio per mancanza di successori, il paese fu feudo della famiglia De Capua Fu proprio Bartolomeo I De Capua, arcivescovo di Pisa, Protonotario del Regno di Napoli e conte di Altavilla, a finanziare nel 1289 un progetto di trasformazione del vecchio nucleo fortificato in un artistico palazzo residenziale.
Probabilmente tutti i successori di Bartolomeo I vennero poco sul posto, dimorando abitualmente a Napoli, dove prestavano servizio presso la Corte Reale.
Solo Andrea II de Capua, dopo il matrimonio con l'ex regina Costanza Di Chiaromonte (16 Dicembre 1396), dovette alloggiare per qualche tempo in paese.
Bartolomeo VI, ultimo componente della famiglia De Capua, morì senza lasciare eredi, quindi il feudo passò al Fisco Regio e successivamente fu aggregato, come Università, alla provincia di Principato Ultra.
Il paese fu saccheggiato dai Francesi nel 1799.
Successivamente fu danneggiato dalle alluvioni del 1875 e 1878.
Con decreto regio del 1862 al nome Altavilla viene aggiunto Irpina.
Nel 1866 la scoperta delle miniere di zolfo diede un grande impulso all'economia locale e determinò un aumento della popolazione, nonostante l'alto numero delle vittime dovuto al colera del 1887, durante il quale si distinse per profondo amore cristiano e totale spirito di abnegazione il nostro Santo, amatissimo e venerato concittadino, Padre Alberico Crescitelli, insignito di medaglia di bronzo per la meritevole opera.
Nel secondo dopoguerra, dalla ridotta attività delle miniere derivò un calo demografico ed economico che portò inesorabilmente all'emigrazione.
Anticamente il paese era circondato da Mura Normanne, infatti, in piazza F.lli Severini, già piazza Tiglio, sono ancora visibili i resti di una torre del XII sec. e altre testimonianze alto medioevali permangono nel centro storico.



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